È un composto alifatico alogenato, quattro atomi di cloro sono legati ai due atomi di Carbonio dell’etilene, legati tra loro da un doppio legame. Questo composto viene chiamato anche, secondo vecchie nomenclature, tetracloroetene o percloroetilene. È il solvente organico maggiormente utilizzato per le “pulizie a secco” nelle tintorie e industrie di pulizia, è impiegato anche in altri cicli industriali, come la produzione di fluoro-idrocarburi o nella lavorazione dei metalli.
La presenza di questo composto nell’ecosistema è alquanto limitata, si trova essenzialmente in aria, a concentrazioni molto variabili in base al luogo e alle possibili fonti espositive; in acqua può essere presente in tracce (0,2-3 μg/L). L’esposizione per l’uomo può avvenire principalmente per inalazione, spesso in ambiente lavorativo, l’ingestione è un evento raro, ma nel caso si realizzasse può, in quantità di qualche grammo, determinare danni al sistema nervoso centrale, è inoltre considerato un possibile cancerogeno e tossico per la riproduzione. La normativa sulle acque potabili sottolinea come per i composti alifatici come il tetracloroetilene il limite massimo di concentrazione registrabile debba essere 10 μg/L.
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