analisi acqua

Ancora Tallio nell’acqua in Versilia, allarme a Pietrasanta

Un mese fa avevamo parlato della rilevazione di tallio nell’acqua a Valdicastello Carducci, in Versilia. È di ieri la notizia che sempre in Versilia, stavolta nel comune di Pietrasanta, è stata rilevata la presenza di tallio nell’acqua del rubinetto. L’aspetto più grave della vicenda, come nel caso precedente, è che non sono state le istituzioni ad accorgersi del problema, bensì una privata cittadina. La signora ha deciso di far analizzare l’acqua del rubinetto di casa sua e i risultati sono stati sconfortanti: 12 microgrammi al litro. La signora ha portato i risultati al Comune che ha inviato delle auto con altoparlante in giro per le strade della città ad avvertire i cittadini di non utilizzare per nessun motivo l’acqua del rubinetto.

Il sindaco ha firmato l’ordinanza, e da ora fino a data da destinarsi 700 famiglie dovranno andare a rifornirsi di acqua dalle cisterne. Intanto i cittadini preoccupati hanno fatto ulteriori analisi, tra cui quelle del capello, in alcuni casi sono stati rilevate concentrazioni di tallio cinquanta volte superiori alla norma. È probabile (cfr. LaRepubblica) che i parametri fossero oltre la soglia già da tre anni, pare esista un documento del 2011, spuntato il 22 settembre in una riunione tra l’amministrazione di Pietrasanta e il gestore idrico, che prova proprio questa ipotesi. La ASL dice che il tallio non fa parte dei parametri richiesti dalla legge per determinare la potabilità dell’acqua, verissimo, infatti non viene elencato nel DLgs 31/2001, ma resta comunque una sostanza pericolosa per la salute dell’uomo. 

Intanto che gli accertamenti continuano e il gestore si preoccupa di mettere in sicurezza le tubature dell’acquedotto, l’unica cosa sensata è astenersi dall’utilizzo dell’acqua del rubinetto per bere e cucinare, esattamente come riportato dall’ordinanza comunale.

Ancora Tallio nell’acqua in Versilia, allarme a Pietrasanta

Un mese fa avevamo parlato della rilevazione di tallio nell’acqua a Valdicastello Carducci, in Versilia. È di ieri la notizia che sempre in Versilia, stavolta nel comune di Pietrasanta, è stata rilevata la presenza di tallio nell’acqua del rubinetto. L’aspetto più grave della vicenda, come nel caso precedente, è che non sono state le istituzioni ad accorgersi del problema, bensì una privata cittadina. La signora ha deciso di far analizzare l’acqua del rubinetto di casa sua e i risultati sono stati sconfortanti: 12 microgrammi al litro. La signora ha portato i risultati al Comune che ha inviato delle auto con altoparlante in giro per le strade della città ad avvertire i cittadini di non utilizzare per nessun motivo l’acqua del rubinetto.

Il sindaco ha firmato l’ordinanza, e da ora fino a data da destinarsi 700 famiglie dovranno andare a rifornirsi di acqua dalle cisterne. Intanto i cittadini preoccupati hanno fatto ulteriori analisi, tra cui quelle del capello, in alcuni casi sono stati rilevate concentrazioni di tallio cinquanta volte superiori alla norma. È probabile (cfr. LaRepubblica) che i parametri fossero oltre la soglia già da tre anni, pare esista un documento del 2011, spuntato il 22 settembre in una riunione tra l’amministrazione di Pietrasanta e il gestore idrico, che prova proprio questa ipotesi. La ASL dice che il tallio non fa parte dei parametri richiesti dalla legge per determinare la potabilità dell’acqua, verissimo, infatti non viene elencato nel DLgs 31/2001, ma resta comunque una sostanza pericolosa per la salute dell’uomo. 

Intanto che gli accertamenti continuano e il gestore si preoccupa di mettere in sicurezza le tubature dell’acquedotto, l’unica cosa sensata è astenersi dall’utilizzo dell’acqua del rubinetto per bere e cucinare, esattamente come riportato dall’ordinanza comunale.