analisi acqua

Come prevenire il rischio legionellosi in piscina

La legionella è uno dei batteri più pericolosi per la salute umana, tanto che l’OMS ne sorveglia la diffusione. Esistono diverse tipologie di legionella, che provocano danni più o meno gravi all’uomo. La peggiore,e anche la più diffusa, è senz’altro a legionella pneumophila. La legionellosi si presenta in due forme: la Febbre di Pontiac e la Malattia del Legionario. La prima è una forma più leggera della malattia, che ha 1-2 giorni di incubazione e può essere facilmente scambiata con una normale influenza. La Malattia del legionario ha 5-6 giorni di incubazione e presenta anche una grave forma di polmonite, se non diagnosticata in tempo può condurre al decesso.

Il batterio che provoca la legionella si trova in fiumi, laghi, pozzi, sorgenti termali e a volte anche negli acquedotti. Il pericolo non deriva dalla sola presenza del batterio, devono essere presenti anche altre condizioni per rendere rischiosa la presenza della legionella, ovvero:

  • temperatura compresa tra 25° e 42° C;
  • presenza di ossigeno;
  • stagnazione;
  • elementi nutritivi
  • vaporizzazione dell’acqua.

Facile capire che alcune di queste condizioni sono presenti in tutti gli impianti di distribuzione dell’acqua, ma ce ne sono alcuni in cui è previsto un moderato riscaldamento dell’acqua e la sua nebulizzazione. Tra questi l’acqua delle piscine, pubbliche o private, frequentate continuamente da persone nel corso di tutto l’anno.

Fra le cose più importanti da fare in una piscina c’è sicuramente la prevenzione del rischio. Per farlo occorre predisporre il Documento per la Prevenzione e il Controllo del rischio da esposizione alla Legionella che deve contenere:

  • Impianto: conoscenza dei materiali e del percorso che compie l’acqua, in particolare delle zone in cui si possono creare dei ristagni. Inoltre bisogna conoscere la temperatura massima che può raggiungere l’acqua all’interno dell’impianto.
  • Registro: deve riportare le valutazioni del rischio e gli interventi di manutenzione, ordinari e straordinari, sugli impianti idrici e di climatizzazione. Ogni intervento deve essere approvato e firmato dal responsabile.
  • Analisi del rischio: deve includere la nomina del responsabile che deve occuparsi della valutazione e identificazione del rischio, dell’applicazione delle misure di controllo e correzione e di stabilire la cadenza dei nuovi controlli. La periodicità dei controlli deve essere almeno biennale o ogni volta che c’è una modifica sostanziale dell’impianto.

Qualora durante l’analisi del rischio si individuino dei fattori di rischio occorre procedere con il campionamento e l’analisi dell’acqua di piscina. Se i risultati sono positivi è chiaro che occorre programmare degli interventi da effettuare. Per eliminare il batterio della legionella, qualora le analisi lo rilevino, esistono diversi metodi, tra cui:

  • Lavaggio manuale dei serbatoi, delle autoclavi o altri depositi idrici
  • Disincrostazione chimica di tutto l’impianto
  • Shock termico, ovvero alzare la temperatura fino a a 70 – 80° C per tre giorni

Vuoi maggiori informazioni?

CONTATTA ORA LO STAFF!

Al numero verde 800.14.65.89 o tramite il form online potrai avere tutte le informazioni e i dettagli di cui necessiti!

Come prevenire il rischio legionellosi in piscina

La legionella è uno dei batteri più pericolosi per la salute umana, tanto che l’OMS ne sorveglia la diffusione. Esistono diverse tipologie di legionella, che provocano danni più o meno gravi all’uomo. La peggiore,e anche la più diffusa, è senz’altro a legionella pneumophila. La legionellosi si presenta in due forme: la Febbre di Pontiac e la Malattia del Legionario. La prima è una forma più leggera della malattia, che ha 1-2 giorni di incubazione e può essere facilmente scambiata con una normale influenza. La Malattia del legionario ha 5-6 giorni di incubazione e presenta anche una grave forma di polmonite, se non diagnosticata in tempo può condurre al decesso.

Il batterio che provoca la legionella si trova in fiumi, laghi, pozzi, sorgenti termali e a volte anche negli acquedotti. Il pericolo non deriva dalla sola presenza del batterio, devono essere presenti anche altre condizioni per rendere rischiosa la presenza della legionella, ovvero:

  • temperatura compresa tra 25° e 42° C;
  • presenza di ossigeno;
  • stagnazione;
  • elementi nutritivi
  • vaporizzazione dell’acqua.

Facile capire che alcune di queste condizioni sono presenti in tutti gli impianti di distribuzione dell’acqua, ma ce ne sono alcuni in cui è previsto un moderato riscaldamento dell’acqua e la sua nebulizzazione. Tra questi l’acqua delle piscine, pubbliche o private, frequentate continuamente da persone nel corso di tutto l’anno.

Fra le cose più importanti da fare in una piscina c’è sicuramente la prevenzione del rischio. Per farlo occorre predisporre il Documento per la Prevenzione e il Controllo del rischio da esposizione alla Legionella che deve contenere:

  • Impianto: conoscenza dei materiali e del percorso che compie l’acqua, in particolare delle zone in cui si possono creare dei ristagni. Inoltre bisogna conoscere la temperatura massima che può raggiungere l’acqua all’interno dell’impianto.
  • Registro: deve riportare le valutazioni del rischio e gli interventi di manutenzione, ordinari e straordinari, sugli impianti idrici e di climatizzazione. Ogni intervento deve essere approvato e firmato dal responsabile.
  • Analisi del rischio: deve includere la nomina del responsabile che deve occuparsi della valutazione e identificazione del rischio, dell’applicazione delle misure di controllo e correzione e di stabilire la cadenza dei nuovi controlli. La periodicità dei controlli deve essere almeno biennale o ogni volta che c’è una modifica sostanziale dell’impianto.

Qualora durante l’analisi del rischio si individuino dei fattori di rischio occorre procedere con il campionamento e l’analisi dell’acqua di piscina. Se i risultati sono positivi è chiaro che occorre programmare degli interventi da effettuare. Per eliminare il batterio della legionella, qualora le analisi lo rilevino, esistono diversi metodi, tra cui:

  • Lavaggio manuale dei serbatoi, delle autoclavi o altri depositi idrici
  • Disincrostazione chimica di tutto l’impianto
  • Shock termico, ovvero alzare la temperatura fino a a 70 – 80° C per tre giorni

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